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27-dicembre-2021
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Augmented Intelligence: introduzione e dichiarazione di intenti

Perché alla fin fine sono un coglione. Mi sono spremuto parecchio per pensare a una lista di argomenti che potessero conciliare il mio essere un fottuto nerd col parlare di qualcosa che sia interessante anche per chi non lo è o che, in generale, si aspettasse di visitare un sito di propaganda accel per parlare… beh, di accelerazionismo.

E alla fine la risposta era letteralmente davanti ai miei occhi. No, non era lo schermo, ma quello che ci vedo per circa metà della mia vita, ovvero i miei vani tentativi di far diventare una macchina intelligente. E cosa potrebbe mai esserci di più intrinsecamente nerd E accelerazionista al contempo dell’intelligenza artificiale?

Ti stai chiedendo come sia possibile che non ci fossi già arrivato? Perché alla fin fine sono un coglione.

E quindi niente, sono qui ad annunciare che da qui in avanti partirò con questa serie in cui parlerò di AI sia in senso di pura e semplice divulgazione, sia cercando di insegnare praticamente come funzionano, come si “creano”, come si stanno evolvendo, come si usano e, perché no, come si fa a romperle quando vengono usate per il male (ovvero: almeno il 50% delle attuali applicazioni, ma è una stima ampiamente al ribasso). Perché per usare qualcosa a proprio vantaggio o, più in generale, per poter parlare e soprattutto prendere posizione con cognizione di causa bisogna conoscerlo almeno a sommi capi. Sì perché il sapere non è fatto per comprendere, ma per prendere posizione e blablabla.



E daje, partiamo. Oggi andiamo di “divulgazione” e ci concentriamo su un tema che mi sta molto a cuore, ovvero: le AI ci sostituiranno, noi umani saremo resi obsoleti, sarà la dittatura delle macchine, fallout nucleare, apocalisse e infine morte termica dell’universo1. Detta seriamente: le AI sostituiranno gli esseri umani in molte attività cardine della nostra società, dai lavori ripetitivi e usuranti fino alle decisioni più fondanti sul futuro della razza umana (e non solo).

Tralasciando il discorso capitalismo e barbarie, visto che è abbastanza ovvio che le grandi elite planetarie sarebbero più che contente di lucrare su macchine che fanno transazioni con altre macchine mentre il 99% dell’umanità muore in miseria, la sinistra dovrebbe cercare di riappropriarsi di un immaginario di letterale piena automazione o forse esistono scenari più interessanti sui quali dorvemmo concentrarci maggiormente?

Partendo dalle cose semplici: sono un anti-lavorista, quindi credo che tutti i lavori ripetitivi, usuranti e potenzialmente letali dovrebbero essere a totale appannaggio delle macchine. Nessunə dovrebbe più morire cadendo da un cantiere, schiacchiatə dalla pressa, avvelenatə da gas o liquidi tossici usciti da chissà dove eccetera. Ma il resto? L’arte? La scienza? La politica? È non tanto auspicabile quanto effettivamente accelerazionista o di sinistra mirare all’estromissione delle persone da queste attività ed affidarle al freddo e implacabile silicio?

Da troppo tempo sento il dibattito su questo tema incancrenirsi su queste due visioni estreme: morte alle macchine oppure morte a noi. Ma questa è una cazzata, e oggi partiamo da un articolo molto figo che ci mostra come l’orizzonte non sia, come sempre, una guerra fra opposte fazioni ma una meravigliosa occasione di alleanza.

L’articolo in questione si intitola "Advancing mathematics by guiding human intuition with AI"2 e riporta le tecniche e le metodologie basate sull’AI sviluppate da un team di ricerca composto da membri di DeepMind, Oxford e dell’università di Sydney per aiutare la ricerca in campo matematico. In particolare, nell’articolo si mostra come il machine learning possa essere utile sia per scoprire nuovi teoremi e congetture, sia per arrivare a dimostrare teoremi noti, anche di grande rilevanza. Non entrerò troppo nei dettagli (anche perché l’articolo merita di essere letto e lo si può trovare in open access qui) ma mi limiterò a riportare un passaggio specifico e a fare qualche osservazione.

"Our work may serve as a model for collaboration between the fields of mathematics and artificial intelligence (AI) that can achieve surprising results by leveraging the respective strengths of mathematicians and machine learning". Per riassumere in una sola frase, il team ha utilizzato il machine learning sia per evidenziare pattern che potessero suggerire una correlazione fra alcune entità geometriche (in particolare, in una sottobranca denominata topologia3) sia per dimostrare che una determinata congettura fosse vera realizzando un modello che fosse in grado di predirre accuratamente la forma di un polinomio di Kazhdan-Lusztig partendo dal suo intervallo di Bruhat4, e continuando con gli esperimenti sono riusciti a trovare ulteriori passaggi che permettessero di ottenere ulteriori dettagli su come derivare il polinomio partendo dall’intervallo e sul comprendere ulteriori entità matematiche rilevanti durante lo sviluppo del processo.

Tutto questo pippone per arrivare a una delle conclusioni (che è in realtà anche una constatazione/osservazione) presenti nell’articolo: nella matematica (e in generale nella scienza) è ovviamente molto importante lo studio, la conoscenza e l’abilità nel trovare pattern che permettano di scoprire un nuovo pezzetto di “verita”. Queste sono tutte cose che, almeno in un certo senso, le macchine sanno fare molto bene, forse meglio di noi, ma questo non rimpiazza l’ultimo ingrediente: l’intuizione; del matematico, in questo caso, ma della persona coinvolta nell’interazione uomo-macchine in generale.

Dobbiamo smetterla, noi in primis, di considerare l’AI come un rimpiazzo uno-a-uno di un essere umano e iniziare a concepirla per quello che è in realtà: un attrezzo. E gli attrezzi non hanno mai davvero sostituito le persone5, ma hanno semmai permesso alle persone stesse di compiere gli stessi compiti più velocemente, facilmente, con meno fatica o, perché no, di fare cose altrimenti impensabili6.

Solo quando saremo noi i primi e le prime a liberarci dal paradigma della sostituzione saremo in grado davvero di immaginare un futuro in cui le intelligenze artificiali e le intelligenze “naturali” potranno coesistere e rafforzarsi al meglio. Invece di vedere le due come opposti schieramenti, scegliendo poi in quale schierarsi potremmo, in una grande prova di sintesi, provare a immaginare scenari in cui la coesistenza e la co-operazione delle due dia vita a quella che potremmo chiamare augmented intelligence. Ovvero: essere capaci di sfruttare al momento migliore la nostra intelligenza, quella delle macchine o, perché no, una summa delle due.

Per fare un altro esempio, un discorso molto simile vale anche per tutto il carrozzone della realtà virtuale e del cosiddetto “metaverso”7. Fermo restando la figaggine della VR in settori quali il gaming e la simulazione di scenari realistici altrimenti (come ad esempio per il training per chirurgia, operazioni di soccorso e tanti altri settori particolarmente critici), è facile vedere come il capitalismo stia spingendo tantissimo sulla VR in senso, invece, sostitutivo. Ma davvero noi possiamo vedere di buon occhio un progetto del genere, pure che non fosse realizzato da una mega-multinazionale per il solo scopo del profitto? Io credo di no. Senza voler puntare il dito contro l’escapismo (di cui non sono mai stato grande sostenitore ma lungi da me negare a qualcunə la libertà di amministrare la propria vita come meglio crede8) credo che uno sforzo più o meno collettivo di abbandonare la realtà fisica per dedicarsi alla costruzione di un mondo alternativo “migliore e perfetto” sia in realtà un ennesimo modo di non voler affrontare il fatto che le nostre vite e la nostra società siano intrinsecamente basate sullo sfruttamento di persone, animali e del pianeta tutto. Trincerarsi dietro un visore in VR è solo l’ennesimo tentativo di negare questa verità o, vista dalla prospettiva del nemico, l’ennesimo modo per spostare l’attenzione e creare una nuova occasione per fare dell’ottimo benaltrismo. Senza considerare che a) sicuramente non tuttə avranno accesso al metaverso, o quanto meno non subito e b) appena il metaverso diventasse per tuttə, immediatamente avremmo una nuova, sfavillante, digitale ma altrettanto odiosa versione delle disuguaglianze che viviamo oggi. Di nuovo, la soluzione non è sfruttare una tecnologia per sostituire un qualcosa, quanto per arricchirlo e renderlo più semplice. La augmented reality9 è, a mio parere, un paradigma molto più interessante che permetterebbe di sopperire a tante delle limitazioni che viviamo attualmente (la webcall di lavoro fa schifo e non ci si capisce nulla? Voilà, ci proiettiamo tutti nella tua stanza e il gioco è fatto) senza però dimenticarci della materialità in cui viviamo.




Ora, due note di servizio. Come dicevo all’inizio, le prossime puntate si divideranno in sessioni più eminentemente divulgative (sulla falsa riga di quella dell’ultima volta sulla de-anonimizzazione dei dati) e altre decisamente più nerd, che prometto saranno però devote alla chiarezza e non al techsplaining10. Rispetto a queste ultime, un breve elenco:

- Molte delle informazioni saranno tratte prevalentemente da tre libri: Deep Learning di Ian Goodfellow, Yoshua Bengio e Aaron Courville (di fatto la Bibbia della disciplina, consultabile gratuitamente), Deep Learning with Python di François Chollet (libro molto pratico scritto da un altro dei grandi riferimenti della disciplina, creatore di Keras, ma purtroppo consultabile solo previo acquisto) e Grokking Deep Learning di Andrew W. Trask (libro che insegna a scrivere da zero una rete neurale, ci sarà utilissimo nei primi episodi ma di nuovo è necessario acquistarlo)11

- Come linguaggio useremo Julia e non Python. Perché? Innanzitutto perché sono un hipster e quindi ci tengo a usare strumenti e linguaggi sconosciuti ai più perché fa figo. Ma in questo caso anche perché Julia è un linguaggio estremamente figo e sono ragionevolmente convinto che sarà parte del futuro dell’intelligenza artificiale. Chi fosse abbastanza a proprio agio con l’inglese può trovare alcune delle motivazioni al mio “è un linguaggio estremamente figo” qui, qui, qui (seguendo le sezioni 2.1 o 2.2, in base al caso) e qui.

- Inizialmente, come ambiente di sviluppo useremo Jupyter Lab per la facilità di utilizzo e installazione, oltre al fatto che permettono di creare delle visualizzazioni molto più articolate di un normale script e penso facilitino la comprensione a chi non ha mai scritto del codice. Via via che diventeremo più bravə cominceremo a usare un text editor (more on this later) e dei normali script.





Avete paura? Dubitate che possa farcela per davvero? Pensate che andrà tutto in vacca dopo al più due puntate?

Fate bene.

1Piccolo trivia: solo una delle precedenti, purtroppo, è vera ed inevitabile. Chi saprà indovinare quale?

2Più o meno letteralmente: “far progredire la matematica guidando l’intuizione umana con l’intelligenza artificiale”.

3Nota personale: la topologia è una gran figata, spero prima o poi di avere il tempo di ricominciare a studiarla e, perché no, magari scrivere qualcosa qui su Xenowiki.

4Qua andiamo sul pesante. Si parla di teoria delle rappresentazioni, roba di cui so pochissimo per non dire niente.

5Tralascio per semplicità il problema del crollo dei posti di lavoro che si verifica ad ogni grande rivoluzione tenico-industriale perché il problema continua a non essere la sostituzione dell’essere umano, quanto la smania di maggiori profitti da parte dei padroni (di merda) che usano le nuove tecnologie non come strumenti per migliorare la vita delle persone ma come mezzo per incrementare ulteriormente i propri guadagni e diminuire le spese.

6Gli esempi si sprecano: il volo, comunicare “istantaneamente” con persone dall’altra parte del globo, esplorare lo spazio, salvare vite umane, ...

7Dove con metaverso non si intende solo l’omonimo rebranding di Facebook ma in generale la tendenza a voler creare un vero e proprio universo digitale alternativo rispetto a quello “analogico”.

8Tu no, fottutə no-vax.

9Sì, ovviamente ho copiato da qui il termine augmented.

10Oggi coi neologismi vado fortissimo.

11Se farò decentemente il mio lavoro, non sarà necessario consultare direttamente questi libri e quindi acquistarli. Ma in caso il tema vi prenda particolarmente bene, sono sicuramente delle letture interessanti.

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