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29-gennaio-2024
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Esoterismo Accel

La chaos magic insegna che l’essenza della magia è che le percezioni sono condizionate dalle credenze e che il mondo come lo percepiamo può essere modificato cambiando deliberatamente queste credenze. Le maghe del caos trattano la fede come uno strumento, spesso creando i propri sistemi magici peculiari e spesso prendendo in prestito da altre tradizioni magiche, movimenti religiosi, cultura popolare e vari filoni della filosofia.

Hugh Urban ha descritto la magia del caos come un’unione di tecniche occulte tradizionali e postmodernismo applicato: in particolare uno scetticismo postmoderno riguardo all’esistenza o alla conoscibilità della verità oggettiva. Cioè, secondo lui, la magia del caos rifiuta l’esistenza della verità assoluta e vede tutti i sistemi occulti come sistemi simbolici arbitrari che sono efficaci solo a causa della convinzione del praticante.

Il lavoro di Austin Osman Spare dall'inizio alla metà del 1900 è in gran parte la fonte della teoria e della pratica magica del caos. Oggi è descritto come il "nonno della magia del caos”. Lavorando più o meno nello stesso periodo, anche le pubblicazioni di Aleister Crowley fornirono un'influenza marginale ma precoce e continua. Durante la metà degli anni '70 la magia del caos apparve come "una delle prime manifestazioni postmoderne dell’occultismo", costruita sul rifiuto della necessità di aderire a una "convenzione unica e sistematizzata”, e mirata a distillare pratiche magiche ad un approccio orientato ai risultati piuttosto che seguire pratiche specifiche basate sulla tradizione.

Peter J. Carroll e Ray Sherwin sono considerati i fondatori della magia del caos. Nel 1976-77 fu annunciata la prima organizzazione chiamata Illuminates of Thanateros (IOT). Nell’anno successivo, il 1978, vennero pubblicati sia il Liber Null di Carroll che il Libro dei risultati di Sherwin. Nuovi gruppi di magia del caos emersero poi all'inizio degli anni '80. Grazie a Kenneth Grant — che aveva studiato sia con Crowley che con Spare e che aveva introdotto elementi del mito immaginario di Cthulhu di HP Lovecraft nei suoi scritti magici — si sviluppò la tendenza a eseguire rituali invocando o altrimenti trattando con entità dal lavoro di Lovecraft. Dal 1994 al 2000 Grant Morrison scrisse The Invisibles: sia quest’opera che le attività dello stesso Morrison furono responsabili di un processo di propagazione che portò la magia del caos a un pubblico molto più ampio tra la fine degli anni '90 e l' inizio degli anni 2000.

Esattamente in questo periodo, la prima avanguardia del pensiero accelerazionista — la CCRU — si ritrovava a Warwick sotto la guida di un filosofo controverso che poi avrebbe trovato approdo nelle terre angustie di un nuovo illuminismo oscuro. Il collettivo di ricerca sviluppava le proprie indagini con metodi non convenzionali che impiegarono ben poco tempo prima di sfociare nel campo dell’esoterismo, fino a quando il gruppo non venne cacciato dall’Università per poi ripararsi nella casa privata dello stesso Crowley, uno degli occultisti di riferimento per tutto lo sviluppo della magia del caos.

Cosa c’entra la magia del caos con il pensiero accelerazionista? La cornice di riferimento è il nodo concettuale dell’iperstizione: la realtà è costruita dalle nostre credenze, dunque la manipolazione di queste credenze può alterare la realtà. Come avrebbe insegnato Fisher anni più tardi, lo stesso dominio capitalista si regge su un’iperstizione: «there is no alternative», e nella misura in cui questi questa credenza viene introiettata dalla stessa sinistra, non c’è spazio per trasformare la realtà.

Più precisamente, il processo ontologico con cui una finzione concettuale è in grado di manipolare la realtà non si realizza sul piano dell’ontologia reale, ovvero del mondo degli oggetti “in sé”, ma su quello dell’ontologia sociale: l’insieme dei simboli e dei significati che la specie umana costruisce collettivamente sul mondo. La magia agisce sull’essere sociale poiché produce degli effetti sull’agency, modificando il modo in cui vediamo la realtà e dunque agiamo. In un certo senso, gli esseri umani non sono altro che utenti di simboli e di significati. La magia del caos dunque, una volta considerata come un dispositivo di riscrittura dei codici sociali, si rivela come uno strumento potentemente razionale per riprogrammare la specie umana.

Come funziona la magia del caos? Uno dei primi miti da sfatare, come insegnò a suo tempo Osman Spare, è che la credenza per funzionare debba agire sul piano della mente conscia. In realtà, non si può essere consapevoli della propria credenza affinché questa si realizzi. I processi di realizzazione dei meccanismi iperstizionali sono molto più profondi, sono situati a livello dell’inconscio. Come dei flussi sotterranei, questi influenzano la mente consapevole come un insieme di automatismi silenziosi che trascendono le nostre scelte consapevoli.

Questa considerazione secondo cui non è possibile pilotare i flussi, ma solo inserirsi in essi, entrando nella loro profondità ma solo per farcene attraversare, senza cioè pensare di poter esercitare un controllo su di loro, è una salsa tutta Unconditional Accelerationism, come scrisse nel 2018 Xenogothic in uno dei più importanti articoli sul tema (“Fragment on the Event of Uncondional Accelerationism”):

"Da quando Deleuze e Guattari hanno consigliato di "accelerare il processo" di deterritorializzazione, piuttosto che ritirarsi da esso, abbiamo forse assegnato un'eccessiva agency umana a questo "noi", come se la teleologia propulsiva di tale processo fosse aperta all'incidenza del "noi"; come se il tempo stesso fosse suscettibile della nostra volontà. Il loro è piuttosto un invito a entrare nel processo, a diventare immanenti ai processi di deterritorializzazione dell'immanentizzazione stessa. Dobbiamo guardare noi stesse dal profondo delle cose per riconoscere pienamente i flussi che scorrono attraverso, con e intorno a noi. Il nostro compito è solo quello di renderci degne del processo."- Xenogothic

Entrare nella magia del caos significa entrare nei flussi di un’accelerazione che non può essere modificata sul piano della mente consapevole, razionale, dualistica. Per trasformare la specie umana, occorre smuovere il suo inconscio attraverso metodologie occulte capaci di imprimere significati profondi nello scorrere di quelle forze che muovono la nostra agency. Il funzionamento di un sigillo magico si fonda esattamente su questo meccanismo. Una volta caricato, il sigillo va dimenticato. Una volta cioè che, mediante un rituale, il significato è stato impresso nella mente, esso deve scivolare sul piano dell’incoscio: solo rimanendo fuori dai condizionamenti della mente duale una credenza potrà così agire su di noi, trasformandoci radicalmente e rendendoci soggetti alieni, nuovi, appartenenti ad un mondo irreale che solo potrà irrompere da un futuro rivelato profeticamente.

Nelle parole di Fisher: «fintantoché, nel profondo dei nostri cuori, continuiamo a credere che il capitalismo è malvagio, siamo libere di continuare a partecipare agli stessi scambi propri del capitalismo». La stessa esistenza del denaro funziona in questo modo: il realismo capitalista può sopportare che sul piano della mente consapevole noi rimaniamo in disaccordo con esso, purché sul piano della “credenza profonda” noi continuiamo a partecipare ai codici simbolici e ai significati che esso imprime su noi, nel profondo del nostro inconscio.

In un certo senso, la rivoluzione che ci troviamo a dover innescare è qualcosa di molto più profondo e misterioso di quanto possiamo razionalmente concepire. Camminare per la strada e incontrare uno strano sigillo posto sulla parete di un edificio militare può apparirci come un evento senza senso, privo di significato. Eppure quel sigillo ci ritorna successivamente in mente, si ricollega ad un altro evento misterioso accaduto poc’anzi, attivando un ciclo di coincidenze irrazionali che ci muovono verso una direzione, come se fossimo mosse da quel “principio di non-ragione” di cui scriveva Meillassoux nella sua critica feroce al correlazionismo.

Chissà, viene da chiedersi, cosa potrebbe accadere se un’orda di spiriti psichedelici irrompesse da un Altrove per suggerirci silenziosamente dove individuare le crepe del realismo capitalista da cui potrebbe irrompere una xenotopia libera dal genere, libera dal denaro e libera dal possesso. Chissà, come una grande operazione di propaganda memetica, in che modo questi xenoguardiani potrebbero alterare il modo in cui le persone percepiscono la realtà, senza che queste se ne accorgano. Viene da chiedersi, insomma, che forma possa assumere una pratica esoterica accelerazionista che volesse ambire alla riprogrammazione totale dei sistemi simbolici del mondo che oggi abitiamo.

 

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