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30-agosto-2021
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Il comunismo di lusso in cui tutto sarà gratuito

La parola “lusso” dà fastidio alla sinistra, in quanto riporta alla luce un immaginario tipicamente di destra: quello del consumismo ipercapitalista. «La grande villa con piscina è da borghesi, così come lo sono l’iPhone, il Rolex e la Jacuzzi, e per questo vanno condannati». Da decenni la sinistra procede senza sosta in questa critica morale rivolta contro tutto ciò che è riconducibile al lusso, dominio indiscusso del capitalismo neoliberale. Ma tutto ciò non fa altro che confermare l’audacia di un progetto politico - quello neoliberale, appunto - che è riuscito ad appropriarsi con successo di un desiderio comune in tutti gli esseri umani: quello di una vita ricca di abbondanza.

Perché allora l’accelerazionismo emerge con la pretesa - eretica in quasi ogni ambiente di sinistra - di un comunismo di lusso pienamente automatizzato? La risposta è di doppia natura.

La prima riguarda il carattere strategico di un progetto politico contro-egemonico di massa che ambisce a spodestare il capitalismo non agendo sul piano della morale, ma nei fatti. Un comunismo di lusso - o come scrivevano lx artistx  della Comune di Parigi, un lusso comune - realizza realmente quel desiderio comune che il neoliberismo suscita in noi ma che è incapace di soddisfare. Relegando l’abbondanza del mondo intero nelle mani di pochissimi ultramiliardari, infatti, il capitalismo costringe il 99% della popolazione globale a reprimere il proprio desiderio. Se anche credessimo, come afferma l’ideologia neoliberale, che basterebbe «impegnarsi» e «lavorare duro» per diventare ricchx, l’evidenza del mondo quotidiano ci dimostra invece che questo “sogno americano” è assolutamente irrealizzabile, e così il capitalismo tradisce quel desiderio di lusso che esso aveva precedentemente seminato.


"Una nuova sinistra potrebbe cominciare dal lavoro su quei desideri che il neoliberismo ha generato, ma che è incapace di soddisfare"- Mark Fisher

Ecco allora che il progetto di un comunismo di lusso diventa l’occasione per una sinistra rivoluzionaria che, per quanto eretica, potrebbe approfittare di questa insufficienza capitalistica al fine di riconquistare le masse e rivolgerle verso un futuro finalmente libero dal capitalismo. Come ha affermato Mark Fisher in Realismo Capitalista: «se il neoliberismo ha trionfato assorbendo i desideri della classe operaia post-sessantottesca, allora una nuova sinistra potrebbe cominciare dal lavoro su quei desideri che il neoliberismo ha generato, ma che è incapace di soddisfare». Diversamente dai vecchi schemi desideranti rivolti al «lavorare meno, lavorare tutti», alla «piena occupazione» e alla conquista di «salari degni», oggi l’accelerazionismo offre l’opportunità strategica di qualcosa di più: iniettare un nuovo immaginario capace di intercettare nell'intimo il desiderio comune di maggiore tempo libero e mobilitare questo desiderio verso un'orizzonte rivoluzionario comune: un postcapitalismo comunista, postlavorista e pienamente automatizzato.

Meme di Automatizzato Comunismo Memetico, agosto 2021


Infine, vi è una seconda ragione per cui l’accelerazionismo parla di comunismo di lusso, ed è il carattere rivoluzionario della gratuità. Come affermiamo nell’introduzione de L’era dell’abbondanza: «la gratuità porta in se stessa le condizioni per lo sgretolamento di ogni oppressione». È nella gratuità universale che si costruisce quel tanto dimenticato “regno della libertà” di cui parlava Marx: abolendo il prezzo in ogni sua fattispecie, il capitalismo perde il suo irrinunciabile carattere di dominio. Ma è possibile costruire un mondo in cui tutto sarà gratuito? L’accelerazionismo risponde di sì, e costruisce attorno ad esso una progettualità politica contro-egemonica capace di intercettare i desideri delle masse e di articolarli attorno ad un futuro postcapitalista. Dalla bolletta dell'acqua alla spesa al supermercato, dal biglietto dell’autobus fino al costo dell’oculista, passando attraverso tutti quei desideri non-universali che solo un reddito di base universale può rendere indirettamente gratuiti, occorre immaginare il comunismo come un regno della totale gratuità, incondizionata ed universale.

In questo senso, Wikipedia rappresenta un punto di riferimento per quella branca del pensiero accelerazionista che, a partire dalla lettura di Postcapitalism di Paul Mason, ambisce a collettivizzare i frutti del progresso tecnologico in maniera orizzontale, senza Stato, ma soprattutto senza prezzo e in maniera modulare, attraverso il lavoro volontario di migliaia di persone che si autogestiscono anarchicamente attraverso una piattaforma anticapitalista. Occorre riarticolare i termini di progettazione della nuova società comunista: gli antichi sogni dell’abolizione del denaro e del profitto sono oggi finalmente possibili. Ma per questo è necessaria l’abbondanza: essa, se universale e incondizionata, costituisce la base materiale per la fine del capitalismo, e questo basta per convincerci a costruire una sinistra rivoluzionaria che ambisca a riappropriarsi della tecnologia per collettivizzarne i frutti e instaurare il regno della libertà.

E allora sentiremo per le strade le grida di entusiasmo annunciare l’avvento di una nuova era, dove tutto sarà gratuito e il lavoro sarà solo volontario.

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