2
8
.
1
0
.
2
0
2
0
SectionArticoli
Art0012
28-ottobre-2020
Circolo
Nomade
Accelerazionista
fb
T 9'
fb

Immediatezza della folk politics: guida alle sue 3 dimensioni

All’interno del pensiero accelerazionista, per folk politics si intende il senso comune collettivo tipico della sinistra contemporanea, a causa del quale essa risulta inefficace nell’obiettivo di superare il capitalismo. Il concetto viene coniato e analizzato da Alex Williams e Nick Srnicek all’interno dell’opera Inventare il futuro: per un mondo senza lavoro, e costituisce la principale critica accelerazionista alla sinistra contemporanea.

All’interno di questa critica l’incapacità della sinistra appare come una conseguenza di una disconnessione dai reali meccanismi complessi del potere: per rispondere alle astrazioni del capitalismo, infatti, la folk politics punta a ridurre la complessità della politica riportandola a una “scala umana”. Per folk politics si fa riferimento, in altre parole, a una semplificazione cognitiva che la sinistra ha messo in campo nel momento in cui il sistema capitalistico è diventato talmente complesso da risultare di difficile comprensione. Gli ultimi 40 hanno infatti attraverso trasformazioni sociali, antropologiche, tecnologiche e politiche la cui portata ha raggiunto un livello di complessità tale da aver reso superflue le tradizionali mappe cognitive di cui la sinistra marxista era storicamente a disposizione.

Il risultato di questo processo è stata una politica, quella contemporanea, tutta dedicata alla dimensione dell’immediatezza, incapace cioè di espandere le proprie capacità cognitive e di dare forma a una mappa cognitiva in grado di comprendere la reale complessità del tardo capitalismo su scala globale. Tale immediatezza è contemporaneamente di 3 tipi:  temporale, spaziale e concettuale.


Immediatezza temporale


In termini di immediatezza temporale, la folk politics è spesso riconoscibile per il fatto di:
  1. essere reattiva: nel senso che piuttosto che agire di propria iniziativa, tende a rispondere alle azioni compiute da corporation e governi. Questa “reattività” della folk politics porta spesso le proteste a configurarsi come dei meccanismi di sopravvivenza a un attacco esterno (come quando si organizza una manifestazione anti-fascista), piuttosto che essere concepite come un atto propositivo finalizzato ad un miglioramento del sistema.
     
  2. ignorare gli obiettivi strategici a lungo termine in favore di tattiche di corto respiro: ciò avviene laddove i movimenti di sinistra si mobilitano solo per singole rivendicazioni, con la conseguenza che i successi immediati non vengono efficacemente sfruttati per percorsi successivi, dimostrando così un’assenza di strategia e orientamento a lungo termine. Allo stesso modo, ciò si presenta anche quando i movimenti si sviluppano con il solo fine di enfatizzare il processo stesso della mobilitazione. In questo caso si finisce per prediligere il successo di «aver partecipato» o di «essere stati in molti», piuttosto che concentrarsi su obiettivi concreti a lungo termine. Infine, si privilegiano pratiche intrinsecamente a breve termine come occupazioni o zone autonome temporanee. In questo caso le azioni, per loro natura temporalmente a corto raggio, sono folk nel momento in cui non sono orientate ad un percorso politico chiaro e scalabile.
     
  3. preferire la familiarità del passato alle incognite del futuro: si può notare questo nelle ricorrenti fantasie della sinistra contemporanea a favore di un ritorno al capitalismo di stampo keynesiano, espressione di un passato glorioso della sinistra. Anche l’atteggiamento nostalgico verso gli anni ’70 in Italia è espressione di questa immediatezza temporale.
     
  4. esprimere una predilezione per tutto ciò che è volontaristico e spontaneo, in contrapposizione a tutto quanto sembri istituzionale: si veda in questo caso la romanticizzazione delle rivolte e delle insurrezioni, con un chiaro riferimento a L’insurrezione che viene de Il comitato Invisibile.


Immediatezza spaziale


In termini di immediatezza spaziale, la folk politics:

  1. predilige come spazio di autenticità il “locale”: è quanto avviene nella battaglie a favore dell’alimentazione a chilometro zero o delle valute locali.
     
  2. al grande preferisce il piccolo: per esempio celebrando la comunità su piccola scala e auto-sufficiente, così come anche l’impresa autoctona.
     
  3. favorisce progetti comunitari non riproducibili su scala più ampia: è quanto si riscontra nella predilezione di forme di associazione locale, spesso di stampo anarchico e organicistico, dove prevale l’organizzazione per assemblee generali e forme di democrazia diretta, per loro natura di impossibile applicazione su scala globale.
     
  4. tende a rigettare qualsiasi progetto egemonico: in questo senso la folk politics valorizza la fuga e il ritiro interiore, per esempio attraverso la formazione di comunità anarco-comuniste che si pongono “fuori” dal sistema capitalistico, piuttosto che la costruzione di una contro-egemonia di ampio respiro che si contrapponga al capitalismo.
Il risultato di questa dimensione spaziale è la formazione di uno schema di pensiero in cui i problemi di scala e di estensione vengono ignorati o minimizzati. La progettualità politica finisce così per spostarsi sull’azione del singolo individuo, e dunque nel suo spazio locale, a scapito di una progettualità che sia capace di agire su un sistema che è spazialmente globale, obliquo e generalizzato. Esempi di questo tipo si ritrovano nella questione ambientale o in quella dello spreco alimentare, dove si preferisce intervenire sulla responsabilizzazione individuale piuttosto che sulla ristrutturazione dell’intero sistema globale.


Immediatezza concettuale


La dimensione dell’immediatezza concettuale è, fra le tre, quella più determinante nei termini di inefficacia della sinistra contemporanea. Quale tendenza implicita del pensare politico, questa dimensione porta alla rinuncia in partenza a qualsiasi forma di mediazione concettuale, o persino al più modesto grado di complessità. Ciò si verifica anzitutto su base individuale, laddove si preferisce valorizzare l’esperienza personale rispetto al pensiero sistematico: si enfatizza la sofferenza individuale, o le sensazioni di entusiasmo e rabbia provate durante l’azione politica, con la conseguenza che «si nota una marcata preferenza per il sentire contro il pensare». A livello di pensiero sistematico ne deriva una totale predilezione del particolare rispetto all’universale, nel senso che le classiche visioni di emancipazione universale e di cambiamento su scala globale sono state abbandonate. Il risultato è che qualsiasi processo di costruzione di un universale politico viene escluso a priori.

In conclusione, quando si fa riferimento all’immediatezza concettuale della sinistra contemporanea si identifica quella spesso totale assenza di desiderio di dare origine a nuove costruzioni concettuali, il rifiuto di articolare nuove ideologie, l’incapacità di inventare alternative realmente possibili al modello neoliberale. L’opera Realismo Capitalista di Mark Fisher offre una descrizione impeccabile di questa incapacità post-moderna e tardo capitalista nell’ideare nuove visioni prometeiche del futuro.


Esempi di immediatezza


Sulla base di queste dimensioni di immediatezza, Williams e Snricek identificano tracce di folk politics:
  • in organizzazioni e movimenti come Occupy Wall Street
  • nel movimento spagnolo 15M
  • in molte occupazioni studentesche
  • nei gruppi insurrezionalisti comunisti come Tiqqun e Il Comitè Invisible
  • nella maggior parte delle forme orizzontaliste
  • negli zapatisti
  • in certo anarchismo contemporaneo
  • in tutte le tendenze politiche dal basso sull’esempio del movimento Slow Food, del consumo critico e così via.
Fatte queste affermazioni, gli autori precisano tuttavia che nessuno dei precedenti esempi racchiude alla perfezione tutti gli elementi della folk politics, a dimostrazione che le dimensioni di immediatezza si compiono sempre attraverso sfumature differenti. Allo stesso modo, precisano che la folk politics non è di per sé erronea: essa parte e si sviluppa nel locale, e poiché tutta la politica inizia sempre dal locale, il problema consiste piuttosto nel fatto che il pensiero della folk politics si accontenta di rimanere a quel livello, al punto da privilegiarlo senza aspirare ad ambizioni universaliste.

Infine, la precisazione più importante di Williams e Snricek è che la folk politics rappresenta un problema solo per un particolare tipo di azione politica: quella che come obiettivo si pone il superamento del capitalismo: «La riflessione strategica sui mezzi, i fini, i nemici e gli alleati è una fase necessaria da attuare prima di mettere in pratica qualunque progetto politicamente concepito. E considerata la natura del capitalismo globale, qualsiasi progetto postcapitalista dovrà necessariamente avere un approccio ambizioso, astratto, mediato, complesso e globale: vare a dire, un tipo di approccio del tutto estraneo alla folk politics.»
c
o
r
r
e
l
a
t
i
newsletter
Chiudi la newsletter
Grazie per esserti iscritto, controlla la tua mail per confermare l'iscrizione alla newsletter